Ricerca Anticorpi Anti-Helicobacter Pylori
- L’Helicobacter pylori è il patogeno umano più diffuso al mondo, e si trasmette, verosimilmente, per via oro-gastro-fecale, anche se non si è riusciti a dimostrare la crescita in ambienti come l’acqua o vettori animali.
- Il rischio di infezione aumenta con l’età, a partire dai vent’anni nei Paesi più sviluppati, mentre è molto più precoce nelle popolazioni a più basso tenore di vita, dove è presente nella maggioranza dei bambini in età prescolare.
- La presenza dell’Helicobacter pylori nella mucosa gastrica sembra svolgere un ruolo cardine nella genesi di numerose patologie gastro-intestinali, quali gastrite acuta e cronica, duodenite, ulcera peptica, cancro gastrico, linfoma B-MALT.
- L’infezione da Helicobacter pylori determina inizialmente una gastrite acuta, con ipocloridria gastrica, che facilita ulteriormente la colonizzazione batterica. Se non eradicata, l’infezione determina una gastrite cronica attiva, che inizia a livello dell’antro gastrico, per poi estendersi al resto dello stomaco.
- L’Helicobacter Pylori Test permette di valutare la presenza dell’antigene dell’Helicobacter pylori in campioni di feci, il cosiddetto HpSA.
- L’Helicobacter Pylori Test è consigliato a tutti, per valutare il benessere e lo stato di salute dello stomaco e per prevenire numerose patologie, ma soprattutto è consigliamo in caso di presenza di sintomi come:
- Bruciore nella regione epigastrica, soprattutto a stomaco vuoto e nelle prime ore del mattino;
- Reflusso gastro esofageo;
- Nausea, vomito;
- Perdita di appetito.
- L’Helicobacter Pylori Test viene effettuato mediante analisi su un campione di feci.
- Preparazione all’esame: raccogliere i campioni a distanza di almeno due settimane dall’ultima terapia con antimicrobici, inibitori della pompa protonica e i preparati farmacologici a base di bismuto che possono interferire con l’esame.
- Dal 1996 le linee guida internazionali hanno stabilito che la terapia standard di prima linea è rappresentata da 7-10 giorni di trattamento con un inibitore della pompa protonica (PPI), più amoxicillina e claritromicina.
- La maggior parte delle persone che completa con successo la terapia antibiotica combinata riesce a liberarsi dal batterio, con una percentuale di guarigione che raggiunge circa l’80-90% delle persone colpite. La terapia non rende immuni dal batterio, quindi c’è sempre il rischio di essere reinfettati, rischio che viene stimato in circa l’1% dei pazienti per anno.
- In caso di positività qualunque tipo di trattamento deve essere intrapreso dopo opportuna consultazione con il proprio medico curante.